Ristorazione, turismo e lavoro nero

Leggiamo con un misto di preoccupazione e ammirazione le notizie riguardanti il settore della ristorazione del territorio: mentre la cronaca riporta inchieste riguardanti sfruttamento e lavoro nero, fino a imprenditori che aggrediscono gli ispettori del lavoro, dall’altro il nostro territorio esprime eccellenze nazionali. Ci chiediamo, come Filcams Cgil, come è possibile tenere insieme questi due estremi e quale ruolo può avere il buon lavoro per lo sviluppo del settore.

“Siamo preoccupati per le condizioni di lavoro di centinaia di lavoratori del settore del turismo e della ristorazione” commenta Daniele Simon, segretario Filcams Cgil Taranto, “fino a qualche mese fa abbiamo assistito al dibattito tossico sulla competizione tra reddito di cittadinanza e gli extra nelle pizzerie. Un dibattito dal quale è stato tenuto fuori, artatamente, il valore del lavoro nel settore della ristorazione. Contemporaneamente, però, assistiamo a sempre maggiori riconoscimenti del settore, segno che ha raggiunto una certa maturità. La tutela delle condizioni lavorative e lo sviluppo del settore vanno a braccetto”.

Secondo il segretario Filcams Cgil, esiste un’unica prospettiva di sviluppo: “Perché si completi la trasformazione da imprese stagionali a punto di riferimento delle eccellenze locali le imprese devono essere consapevoli che il buon lavoro è necessario. Si cresce insieme. La notizia della braceria di Martina Franca con nove lavoratori a nero non solo dimostra che c’è tanto da fare, ma di fatto è la dimostrazione che il settore è ancora guastato da concorrenza sleale, perché non rispettare i contratti di lavoro danneggia indirettamente le altre imprese del settore. Per questo esprimiamo preoccupazione e facciamo appello alle imprese sane che inizino a distinguersi in maniera concreta”.

Conclude Simon: “Occorre sviluppare occasioni di crescita delle maestranze del settore, perché sulla qualità del lavoro si fonda lo sviluppo del settore per il bene dell’economia del territorio”.

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